Ufficialmente è partito dal 1° gennaio 2018 il Rel. Si tratta della misura di contrasto alla povertà, introdotta dal dlgs 147/201; un beneficio economico, accompagnato da un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Il Rel sostituisce l’ormai vecchio SIA (sostegno per l’inclusione attiva) e l’assegno di disoccupazione (ASDI) per i disoccupati a fine NASpI.
Questo parametrato dipende dalla situazione economica del richiedente (misurata dall’ISEE), dalla composizione del nucleo familiare in condizioni di povertà, dalla disponibilità a intraprendere un percorso di inserimento lavorativo e sociale, e consiste in un beneficio economico e in una componente di servizi alla persona. La domanda può essere fatta da chi possieda questi parametri:
-ISEE non superiore a 6.000 euro;
- ISRE non superiore a 3.000 euro;
-Patrimonio immobiliare, che non sia casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro;
- Patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro, accresciuto di 2.000 euro a componente familiare (successivo al primo), fino ad un massimo di 10.000 euro;
-Residenti in Italia, in via continuativa da almeno due anni al momento della presentazione della domanda;
-Nuclei familiari con un minore di anni 18, oppure un disabile con almeno un genitore o tutor, oppure una donna in stato di gravidanza, o un lavoratore di età pari o superiore a 55 anni disoccupato (da almeno 3 mesi o che non benefici da almeno 3 mesi della prestazione per la disoccupazione) per licenziamento (anche collettivo), dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale.
Il Rel consiste quindi in un beneficio economico che viene versato dall’INPS, al termine della procedura, attraverso la Carta Acquisti. La componente economica del Rel varia a seconda della composizione del nucleo familiare, da un minimo di 190 euro al mese per una persona singola a un massimo di 490 euro per famiglie con almeno cinque componenti, per 12 mensilità. Importante sapere che entro determinati limiti, il Rel è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa. La domanda può essere presentata ai Comuni o a punti di accesso indicati dagli stessi.
Martina Pazzaglia
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