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Decreto "del Fare" : CNF e OUA esprimono forti criticità

Il decreto "del Fare" ha messo in subbuglio il mondo dell'avvocatura. Sia l'OUA sia il CNF hanno espresso forti criticità sulle norme che riguardano il sistema giudiziario. Il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa ha inviato una lettera al Ministro guardasigilli in cui chiede un'incontro urgente tra Consiglio nazionale forense, i presidenti dei 26 Ordini forensi distrettuali in rappresentanza del territorio ed Oua  per ripristinare un confronto in merito alle misure per l'efficienza del sistema giudiziario e la definizione del contenzioso civile, contenute nel decreto legge "del fare", approvato sabato dal consiglio dei ministri. Delle norme in materia di giustizia, evidenzia la lettera, si è appreso da fonti esterne al dicastero nonostante la circostanza che "solo pochi giorni or sono nel corso degli incontri svoltisi con le rappresentanze istituzionali ed associative dell'Avvocatura il ministro stesso aveva comunicato l'intenzione di procedere in materia attraverso la necessaria consultazione di tutti i soggetti che partecipano al funzionamento della macchina processuale". Il CNF inoltre ribadisce la propria contrarietà al solito metodo adottato dai Governi via via succedutisi, di intervenire con decretazione d'urgenza sulla giurisdizione e sull'accesso dei cittadini alla giustizia; e senza un preventivo confronto con la Istituzione che rappresenta coloro che esercitano il ministero della difesa. Il presidente Alpa esprime "sconcerto" per la reintroduzione della obbligatorietà della mediazione. Evidenzia inoltre che la declaratoria di incostituzionalità da parte della Consulta, per eccesso di delega delle precedenti norme, ha assorbito logicamente e giuridicamente, ma non certo ha ritenuto infondati, gli altri vizi sollevati dalle numerose ordinanze di rimessione, relativi alla obbligatorietà, onerosità, assenza di garanzie circa la preparazione dei mediatori. "Non risolve il problema la iscrizione dei diritto degli avvocati nel registro dei mediatori", chiarisce la lettera. Per ciò che concerne il reclutamento di magistrati onorari per le Corti d'appello, la misura, oltre a non risolvere il problema del sovraccarico in primo grado, non presta sufficiente attenzione ai criteri di selezione, che dovrebbero esser rigorosi per evitare l'infelice esperienza delle sezioni stralcio. Impiego di magistrati togati. Il CNF rileva anche la contraddittorietà interna tra le norme, attinente all'utilizzo dei magistrati togati, laddove da una parte si reclutano magistrati onorari e dall'altra si distolgono risorse preziose dal servizio attivo nella magistratura giudicante e requirente laddove si modifica la nuova legge forense, prevedendo che delle commissioni d'esame per l'abilitazione facciano parte dei magistrati in servizio. Il decreto, infine evidenza il presidente Alpa, non si cura della funzione sussidiaria dell'avvocato rispetto alla possibile devoluzione di funzioni di tipo "paragiurisdizionale", che potrebbero ben riguardare l'Avvocatura. Senza contare che il CNF, mosso dalla ferma volontà dell'Avvocatura di cooperare all'amministrazione della giustizia, ha proposto innovativi istituti per deflazionare il carico giudiziario, a costo zero per lo stato, come la negoziazione assistita, la translatio judicii ai procedimenti arbitrali (il passaggio della controversia, a determinate condizioni, dal giudice alle camere arbitrali), senza che dal ministero sia giunta alcuna risposta. NICOLA MARINO, PRESIDENTE dell'OUA ha dichiarato: "In questo Paese non si legifera, si mortifica il Parlamento, si è perso il senso del confronto. Anche sulla mediazione, di nuovo obbligatoria, si perde l'occasione per un dialogo con l'avvocatura che potrebbe portare a soluzioni condivise, utili per la giustizia italiana e favorevole ai cittadini, che ancora una volta vedono introdurre un sistema obbligatorio e costoso. In questo Paese si decreta su tutto, non si legifera e si mortifica il Parlamento, si è perso il senso del confronto. Mentre è comprensibile il ricorso a uno strumento straordinario per aggredire l'arretrato e smaltirlo – aggiunge – cioè una misura una tantum (o almeno così dovrebbe essere, nonostante diverse esperienze negative del passato come quella delle sezioni stralcio) per rimettere la nostra macchina giudiziaria sulla buona strada dell'efficienza, è invece del tutto immotivato insistere sulla mediazione obbligatoria con l'adozione di un provvedimento urgente, pur con alcuni timidi correttivi rispetto al passato, reintroducendo un sistema che ha dimostrato di essere inefficace per le finalità dichiarate: i numeri stimati e quelli reali sono enormemente lontani. Si parlava di milioni di processi in meno, ci si è ridotti ad alcune decine di migliaia. Il tutto a spese dei cittadini. La mediazione in versione italiana - sottolinea il presidente Oua - è unica in Europa (che ha bacchettato questo meccanismo mettendo appunto in rilievo diverse criticità). Infatti negli altri paesi è circoscritta a poche materie o a valori economici bassi, mentre, qui è estesa a quasi tutto il contenzioso civile (una novità, positiva, sembra l'esclusione degli incidenti), non solo: è "condizione di procedibilità" ed è a pagamento. Il nuovo Governo persevera nell'errore dei precedenti, fa un passo avanti e due indietro – conclude Marino – non ascolta il Parlamento che sul tema ha posto diverse osservazioni ed evita il dialogo con l'avvocatura che potrebbe portare a soluzioni condivise, utili per la giustizia italiana e per i cittadini. L'Oua ha già consegnato al ministro Cancellieri diverse proposte per contribuire fattivamente alla modernizzazione della giustizia e aspettava di essere nuovamente convocata per approfondire questi temi, ma nessun confronto, purtroppo, è seguito ed eccoci oggi a commentare il solito intervento spot. Una consuetudine di questo Paese che ha già portato la nostra macchina giudiziaria ad avere, appunto, un arretrato enorme, processi lunghissimi e costi esorbitanti per le persone e le imprese per poter accedere a un diritto costituzionale. Continuiamo così facciamoci del male!".

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