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Il COA come una casa di vetro

ioavv. Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo Reboa, Reboa, Romolo, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLOIl Consiglio dell'Ordine di Roma, riunitosi appena prima di Natale, ha visto le dimissioni del consigliere Tesoriere Donatella Cerè, eletta plebiscitariamente a rappresentare gli avvocati romani presso la Cassa Forense. Nella carica di Tesoriere è allora subentrato il consigliere Galletti, da anni impegnato nelle lotte per i diritti dell'avvocatura e che ora avrà occasione di continuare la buona opera del consigliere Cerè nella gestione dei fondi dell'Ordine. A tal proposito gli abbiamo chiesto come pensa di esercitare il suo nuovo ruolo.

D: Lei è reduce da tante battaglie in favore dell'Ordine. Come pensa che questa sua esperienza possa giovare all'avvocatura romana?

R: L'avvocatura italiana, e quella romana in particolare, mai come in questo momento hanno bisogno di riprendere fiducia e solo la consapevolezza delle proprie potenzialità, in primis tecnico – giuridiche, può consentire di rivendicare il giusto ruolo sociale e propulsivo che compete alla famiglia forense. L'avvocatura romana purtroppo è stata per troppo tempo mondana e modaiola ed ha chiesto udienza alla politica (e purtroppo spesso anche alla magistratura) presentandosi, per così dire, con il cappello in mano e magari confidando in interventi compassionevoli, talvolta nella speranza di ottenere qualche beneficio per i propri rappresentanti. Credo sia doveroso invertire la rotta: i rappresentati dell'avvocatura devono rivendicare con orgoglio i diritti e gli interessi della famiglia forense, senza paure o tentennamenti. Se occorre, non bisogna tirarsi indietro neppure nelle battaglie giudiziarie, dove spesso le nostre ragioni sono apprezzate meglio che nella politica. Al riguardo, credo sia importante ricordare le fortunate campagne giudiziarie che abbiamo combattuto a testa alta negli ultimi anni, anche fuori dal Consiglio, contro la mediaconciliazione, il c.d. titolo da avvocato specialista (nella prima versione che il CNF avrebbe voluto imporci), l'orario di apertura delle cancellerie e oggi la lotta contro l'esorbitante aumento del contributo unificato (siamo intervenuti col COA di Roma al TAR di Milano e ora interverremo dinanzi alla Corte di Giustizia chiamata proprio oggi a pronunciarsi dal TAR trentino).

D: Quali sono i suoi progetti nella carica di consigliere Tesoriere, alla quale è stato da poco eletto?

R: Intendo proseguire nel solco inaugurato nel corso dell'attuale consiliatura, perseguendo i principi di massima trasparenza, efficienza e economicità. Nell'intervento che ho pronunciato in Consiglio in occasione dell'insediamento ho sostenuto che l'Ordine deve diventare una vera e propria casa di vetro; per la prima volta nella sezione trasparenza del sito istituzionale ho disposto che siano pubblicate tutte le spese e i pagamenti eseguiti; sempre sul sito sono stati subito pubblicati ben tre avvisi per selezioni di contraenti al miglior prezzo; a brevissimo partirà la prima gara con CONSIP per il servizio di pulizia con indicazione per via telematica del migliore offerente. Sono tutti eventi e fatti, non soltanto simbolici, ma addirittura "storici" per il nostro ente pubblico non economico. I colleghi romani, che pure mi hanno votato in Consiglio in modo plebiscitario (con oltre 4300 preferenze), non devono avere una religiosa fiducia nei confronti dell'operato del Tesoriere, ma devono verificare con i loro occhi come sono investiti e spesi i loro danari. Abbiamo confermato anche quest'anno la riduzione del contributo d'iscrizione, in netta controtendenza rispetto a tutte le altre istituzioni pubbliche e sarà necessario ridurre ancora i costi e le spese, lasciando invariati i servizi offerti a titolo gratuito agli avvocati romani (dalla formazione, alla biblioteca on line, al c.d. redattore degli atti che riusciremo a farci fornire gratuitamente dalle principali società che operano nel settore).

D: Lo scontro tra l'avvocatura e i vari governi succedutisi nell'ultimo decennio è stato evidente, uno per tutti ricordiamo la soppressione dei Tribunali e delle sezioni distaccate. Perché l'avvocatura rimane una categoria inascoltata?

Gli ultimi Governi sono stati assi poco "politici" e costruiti sull'onda emergenziale della crisi; tutte le categorie sono rimaste inascoltate, tranne taluni potentati economici e industriali sempre in grado di condizionare la vita del nostro Paese. E' compito nostro recuperare quella credibilità e quel prestigio che soli possono consentirci di rivendicare il ruolo costituzionale che ci compete. Non lo faremo nei salotti e nei party, ma con l'attività di assistenza e di difesa dei diritti e degli interessi dei cittadini nelle sedi giudiziarie competenti e con la formazione che dobbiamo garantire e perseguire (anche senza l'inutile spauracchio dei crediti formativi) per innalzare la qualità delle nostre prestazioni professionali. Il COA di Roma è oggi al centro dell'attività del coordinamento delle Unioni e degli Ordini distrettuali che ha già ottenuto un importante riconoscimento con la convocazione al tavolo tecnico ministeriale per la scrittura dei regolamenti imposti dalla nuova legge di riforma professionale, affiancando la rappresentanza politica dell'OUA e quella istituzionale del CNF.

D: Per concludere, cosa auspica per il futuro della giustizia italiana ed in particolare per la categoria cui appartiene, che il 20 febbraio p.v. scenderà in piazza?

R: Il prossimo 20 febbraio è importante riuscire a coinvolgere, nell'iniziativa condivisa all'esito della conferenza di Napoli di gennaio, tutti i colleghi che giustamente si lamentano della situazione attuale e degli ultimi improvvidi provvedimenti governativi e legislativi. E' sin troppo facile lamentarsi, stando comodamente seduti in poltrona e dietro al pc, occorrerà stavolta invece mettersi in gioco nell'interesse anche dei cittadini i quali sono e restano nostri assistiti e non "clienti" come, con orrida terminologia, dicono taluni i quali vorrebbero poi equipararci ai bottegai. La Giustizia italiana avrà un futuro soltanto se saprà riorganizzarsi e recuperare al ruolo centrale che le compete l'avvocatura la quale, dal suo canto, non potrà farsi trovare impreparata e dovrà essere pungolo anche dei futuri interventi parlamentari e governativi.

Massimo Reboa

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