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Sostenibilità finanziaria e sociale: il binomio perfetto, intervista a Nunzio Luciano, presidente di Cassa Forense

avv. romolo Reboa, Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo, Reboa, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLO, Nunzio Luciano

"Costruire una cassa del futuro sempre più vicina alle esigenze degli iscritti e delle fasce deboli attraverso un welfare attivo." Questo l'auspicio del Presidente Luciano a sei mesi dalla sua elezione.

A sei mesi dall'insediamento alla presidenza della Cassa Forense, Nunzio Luciano, nel lungo e cordiale incontro avuto con l'avv. Romolo Reboa, ha illustrato il nuovo corso della Cassa.

D: L'approvazione del nuovo regolamento dei contributi ha introdotto la contribuzione minima dimezzata con possibilità di integrare i propri versamenti nell'arco dei primi otto anni di iscrizione alla Cassa. Una boccata d'aria per gli Avvocati in crisi?

R: Direi una grossa boccata di aria pura. Con questo nuovo regolamento finalmente abbiamo dato cittadinanza previdenziale agli avvocati. E non solo. E' stato creato un regolamento flessibile che permette agli avvocati in difficoltà di non rinunciare alla professione ed al tempo stesso di cominciare a costruirsi un futuro. In particolare, il nuovo sistema è stato pensato soprattutto per i più giovani, i quali, inizialmente pur pagando poco, avranno però la possibilità negli otto anni successivi all'iscrizione di integrare i propri versamenti così da avere un domani una pensione adeguata. Mi rendo conto e questo lo dico en passant che oggi, in questo particolare momento di difficoltà economica, pochi si preoccupano del futuro.

D: Mi permetto di dire che ciò è dovuto pure al fatto che vi è un problema di sfiducia: in molti si chiedono se un domani percepiranno mai la pensione!? Ciò anche perché il patrimonio e l'autonomia delle Casse fa gola al mondo politico...

R: Per le pensioni rispondo semplicemente che abbiamo una sostenibilità finanziaria a 50 anni, cosa che l'Inps non ha! Quando ho parlato di cittadinanza previdenziale mi riferivo anche al fatto che prima coloro che non erano iscritti alla Cassa, erano sottoposti al regime Inps, che li obbligava a pagare i famosi contributi silenti, avendo poi così diritto ad un assistenza molto limitata e discriminante. Cosa che ripeto con il nuovo sistema è del tutto esclusa. In merito al timore che un domani possa essere minata la nostra autonomia, voglio precisare innanzitutto che noi non siamo un costo per lo Stato. Anzi, le scelte di governance che sono state operate sinora ci hanno portato ad avere oggi un patrimonio superiore ai 7 miliardi e mezzo di euro che dovrà ancora crescere ed essere incrementato, perché quando arriverà il famoso tsunami dei tantissimi colleghi che andranno in pensione, con il nostro patrimonio faremo fronte agli impegni che abbiamo contratto.

D: A proposito di gestione patrimoniale ricordo che rispetto ad alcuni investimenti si sono avuti dei problemi.

R: Posso dire per mia esperienza e conoscenza diretta che di grossi investimenti sbagliati Cassa forense non ne ha mai fatti. L'unico investimento sbagliato di una certa rilevanza furono le famose Leman Brothers la cui perdita sostanzialmente fu assorbita dagli utili realizzati in quell'anno con altri investimenti. Diciamo che sul patrimonio ha inciso minimamente, perchè quell'anno era stato frazionato il rischio. Voglio sottolineare il fatto che prima di fare un investimento noi siamo soggetti a numerosi controlli: ci sono i sindaci nominati dai Ministeri e dal CNF, in particolare Economia, Giustizia e Welfare, abbiamo la Covip che ci controlla, la Corte dei Conti e la commissione parlamentare sugli atti parlamentari. Inoltre, attraverso il nostro ufficio finanziario facciamo controlli ex ante ed ex post. Già da quest'anno abbiamo intenzione di irrobustire tale ufficio e fare delle gare per individuare un advisor che farà dei controlli prima dell'acquisto di un prodotto. Tutto ciò finalizzato all'incremento ulteriore del patrimonio...certo che su cento investimenti può capitare che qualcuno non ci soddisfi.

D: Nel corso degli anni abbiamo assistito ad un'evoluzione della cassa. Da mero ente di previdenza, si è passati, dalla presidenza di De Tilla in poi, alla concezione di cassa quale struttura di servizio e risorsa per l'Avvocatura. Lei, come concepisce il ruolo della Cassa?

R: La mission principale della Cassa è di offrire delle pensioni adeguate ai propri iscritti e la realizzazione di tale obiettivo è possibile solo ed esclusivamente se sostenibilità finanziaria e sociale vanno di pari passo. Ed è ciò che oggi già stiamo facendo: stiamo infatti apportando modifiche al regolamento sull'assistenza già chiuso in Commissione e che sarà discusso nei prossimi mesi per portarlo all'approvazione entro l'anno. Stiamo operando una serie di misure di welfare attivo, che facendo leva sui numeri dell'avvocatura consentano un abbassamento dei costi della professione. Oltre all'assistenza di tipo tradizionale, stiamo adottando una serie di misure attive di sostegno al reddito come il micro-credito, abbiamo presentato in Commissione europea una serie di progetti per consentire poi ai colleghi di accedere ai finanziamenti dell'Ue, si sta pensando anche alla possibilità di offrire una banca dati a costi ridotti o addirittura a costo zero. Stiamo portando avanti una battaglia, condivisa anche dal Ministro Orlando che ha inteso aprire un tavolo di confronto, sul gratuito patrocinio: vogliamo facilitare i giovani che svolgono un servizio in favore dei soggetti meno abbienti dando la possibilità loro di percepire subito le somme loro dovute per tale servizio anticipandole allo Stato che ci potrebbe restituire attraverso un sistema di compensazione con le tasse che versiamo.

D: Ma questo solo sul gratuito patrocinio od anche attraverso i compensi che gli avvocati vantano dagli enti pubblici? Per intenderci, trasformare la cassa in una cassa/banca?

R: No, ciò non è possibile in quanto verremmo tacciati di voler ampliare le nostre competenze ed estenderci in ambiti non consentiti dal testo normativo. Però sicuramente l'idea è quella di spaziare in tutti questi campi. Ad esempio quando parlo di microcredito mi riferisco non alla possibilità di elargire denaro, che non ci è permesso, ma di intervenire con l'istituto di credito affinché questi eroghi finanziamenti a tassi bassi ai colleghi.

D: Ho menzionato la cassa/banca perché all'epoca della presidenza di De Tilla c'era l'idea di una banca dell'Avvocatura.

R: Premesso che l'iniziativa di De Tilla era cosa diversa, ciò è da escludere. Cassa Forense non potrebbe mai partecipare ad una banca in quanto non rientra nei suoi scopi istituzionali e funzionali. Noi possiamo fare solo ciò che rientra nelle nostre competenze. Pur essendo un idealista, mi piace innamorarmi di idee realizzabili a beneficio dei nostri iscritti: stiamo approntando un programma informatico per accelerare le erogazioni in favore delle donne in maternità, lavoriamo ad un sistema telematico per velocizzare le comunicazioni con i colleghi. Potenziare i sistemi informatici equivale a creare una nuova cultura all'interno dell'Avvocatura che da questo punto di vista è ancora impreparata.

D: A tal proposito per quanto riguarda il processo civile telematico, quali le azioni di sostegno della Cassa?

R: In un'ottica di welfare attivo, a sostegno degli iscritti soprattutto in questa fase iniziale del processo telematico, stiamo affiancando il CNF in una conferenza informativa offrendo la nostra disponibilità economica alla Fondazione che si occupa della gara per il redattore telematico gratuito. Inoltre, abbiamo istituito una Commissione informatica giudiziaria, voluta fortemente da me, che sta studiando la progettazione di una piattaforma unica per tutta l'Avvocatura. Sono tutti progetti mirati ad abbassare i costi della professione ed a supporto del percorso professionale dei nostri iscritti. Ovviamente sebbene io ne parli sono sempre molto cauto perché a volte sia la burocrazia sia le difficoltà tecniche non permettono poi di realizzare tutti i progetti a cui si lavora.

D: Per concludere, Cassa Forense secondo il Presidente, Nunzio Luciano.

R: Uno dei miei cavalli di battaglia è quello di costruire una Cassa sempre più vicina agli iscritti e che renda loro dei servizi. La conferma sta nel fatto che siamo amministratori che proveniamo per lo più dal territorio, non siamo luminari, avvocati scelti o coptati dall'alto. Ci rendiamo conto perfettamente delle grandi difficoltà in cui versa l'Avvocatura italiana ed il nostro intento è aiutarla a risolvere i problemi pur essendo consapevoli che il periodo di difficoltà economica in cui versa il paese ci lascia pochi margini. Ma sono sicuro che nei prossimi mesi riusciremo a dare una serie di risposte soprattutto all'avvocatura più debole grazie agli interventi di welfare attivo messi in atto che coniugano sostenibilità finanziaria a sostenibilità sociale.

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