Intervista a Claudia Cotti Zelati
Abbiamo incontrato Claudia Cotti Zelati, autrice, regista e attrice al lavoro con un gruppo di artisti eterogenei, provenienti dalla Cina, dalla Corea e dall' Italia, per la messa in scena dello spettacolo-laboratorio "Una prova".
D: Di che si tratta?
R: L'atto unico "Una prova" è il copione teatrale che ho scritto e inserito nella tesi di laurea "Questione di Metodo". Dopo essermi laureata in regìa del Teatro lirico al Conservatorio di Frosinone mi è stato proposto da alcuni cantanti cinesi e italiani di poter lavorare su questi materiali. Nel testo troviamo in particolare tre personaggi, una pianista, una maestra di teatro e una allieva di canto lirico che preparano insieme due scene di un'opera.
D: Come e' possibile dare un risultato organico al suo lavoro con artisti provenienti da diversi paesi che prendono parte al progetto?
R: Credo che un artista sia sempre prima una persona, un individuo capace di generare affettività e dopo un un "ruolo", un "personaggio" che fa uso, nei più auspicabili dei casi, nella sua interezza, dello strumento imprescindibile della sua corporeità. Le diverse latitudini culturali e geografiche possono solo rappresentare un patrimonio immenso di possibilità da attraversare e conoscere, per giungere all' essenza del lavoro di un attore o di un cantante.
D: Napoli è la città che fa da sottofondo a tutto il plot narrativo. Perché?
R: Senza svelare troppo, le due protagoniste, la Maestra e l'Allieva avranno una reazione sorprendente e sapranno decidere finalmente della propria vita, a Napoli. "Una prova" per me suona come, "hai visto mai che cambiando qualcosa mi reinvento la vita in meglio?". Una suggestione simile o sfida, la può cogliere qualsiasi essere umano che non abbia dimenticato di empatizzare con l'altro e con il diverso da sé. Ecco, questa possibilità che si manifesta, poteva avvenire solo a Napoli perchè è la città più vitale al mondo. Chi vive in difficoltà a Napoli sarà sempre più privilegiato rispetto a chi vive la stessa condizione altrove, perché è sempre in compagnia di qualcosa, magari dell'idea di potercela fare. Forse non è una idea ma solo un pulviscolo impercettibile, ma c'è.
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