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Antonio Conte, Presidente dell'Ordine: a Roma parte un nuovo corso

avv. Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo Reboa, Reboa, Romolo, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLOElezioni Consiglio Ordine Avvocati Roma

Tra il primo ed il secondo turno delle elezioni forensi, dopo aver rinunciato a partecipare al ballottaggio ed aver assicurato comunque il leale sostegno alla lista del presidente che mi aveva chiesto di impegnarmi come candidato nell’interesse ella categoria, concludo un patto d’onore con l’avv. Antonio Conte, amico, ma avversario al primo turno.
Non uno di quegli accordi per trasmigrare voti da una lista all’altra che caratterizzano da sempre le competizioni forensi, ma la richiesta di un impegno quale direttore di In-GIUSTIZIA: ove il risultato elettorale lo avesse premiato, la sua prima intervista sarebbe stata per questa testata. Un sms di congratulazioni alla notizia con la richiesta di conferma dell’intervista urgente, un fugace incontro organizzativo allo stadio con l’avv. Nicola Colavita Antonio (la Roma è magica anche per queste cose…) e tra sms, mail e colloqui brevi si riesce a battere il tempo tiranno tanto per un neo presidente che per un avvocato giornalista. L’esordio è di quelli che mi commuovono e danno la statura dell’uomo, del quale molti erroneamente scambiano la sicurezza che deriva dalla lealtà per arroganza.
Il suo primo pensiero quale neoeletto non è per il successo ottenuto, ma per suo Padre, l’indimenticabile Emilio Conte, cui ha intitolato l’associazione motore della sua vita associativa forense, ma all’articolo che scrissi undici anni fa, quando improvvisamente ci lasciò.
Mi consegna la copia dell’articolo che gli trasmisi via fax alle ore 9,23 del 9 Marzo 1999. Un tremito passa nella mia schiena, undici anni dopo un semplice foglio con il pensiero di un amico, conservato come un reliquia.
Non posso non ripubblicare le parole che scrissi, anche se lo faccio con le lacrime agli occhi. Egli era in prima fila nella difesa delle libertà di toga e, in toga, ha voluto che il suo corpo fosse avvolto nell'ultimo viaggio: quindi quale miglior modo per ricordarlo che le parole con le quali Egli, il 19 Febbraio 1998, apriva la seduta del nuovo biennio dell'Ordine Romano?
. Al di là delle emozioni e dell’amore filiale, il messaggio politico del neo presidente è chiaro: riparto da lì.
Ma poiché l’amicizia non deve essere un alibi agli sconti, ma il cemento che assicura che i certamen intellettuali che caratterizzano la nostra professione si svolgano con leale sportività, le domande cui si chiede risposta al neo presidente entrano subito nel vivo della polemica preelettorale. La Sua lista «Insieme per costruire un'avvocatura moderna» ha riscosso un enorme successo.
La ragione del successo è stata la validità della persona Antonio Conte, il programma elettorale o la sponsorizzazione del Sindaco Alemanno che ha suscitato non poche polemiche preelettorali?
Certamente il programma elettorale che abbiamo Presentato, dai contenuti profondamente innovativi, è stato condiviso con plauso dall'Avvocatura Romana, la quale - altrettanto indubitabilmente - ha riconosciuto anche ai consiglieri uscenti della lista "Insieme" di aver lavorato, nel precedente biennio, in modo proficuo nell'interesse dei colleghi.
L'elezione, poi, di nuovi consiglieri, ha confermato che la Lista "Insieme", con il suo progetto, ha convinto l'elettorato, ottenendo il premio della maggioranza del nuovo consesso.
Per attiene quanto, alle polemiche preelettorali, le stesse lasciano il tempo che trovano.
E’ noto che alle "nostre" elezioni non ci sono riferimenti politicizzati: sono elezioni "tecniche", dove si valutano le proposte concrete contenute nei programmi delle liste differenti e le personali figure professionali dei singoli che le compongono. In ogni caso, non mi pare che il Tentativo di taluni di portare la competizione elettorale sul terreno politico sia stato premiato.
E' una polemica che è bene sia stata spenta sul nascere.
Gli Avvocati Romani, infatti e giustamente, non chiedono sterili polemiche, ma che l'Ordine di Roma abbia quell’autorevolezza che compete al più numeroso d'Europa, oltre ad assolvere ai prestigiosi e necessari compiti istituzionali.
L’Ordine deve reagire, superando la crisi di rappresentatività delle Istituzioni Forensi, considerate anche le sue potenzialità sinora non espresse che debbono essere sviluppate per giungere ad una reale rappresentatività nell'ambito giudiziario, politico ed amministrativo / locale al fine di meglio interagire e risolvere le annose problematiche che, quotidianamente, gli avvocati sono costretti ad affrontare.
Il Consigliere Segretario è stato eletto della lista "Agire ed Informare".
Come mai la scelta è caduta sull’avv. Rodolfo Murra e non sull’avv. Mauro Vaglio che era stato il consigliere più votato?
Non ritengo che la questione da sottolineare sia questo o quell'altro nome.
Ritengo che la decisione di eleggere "Segretario" un componente che non appartiene alla lista che ha conseguito la maggioranza numerica costituisca un esempio di buon senso politico, e, soprattutto, un segnale di distensione che è stato colto ed apprezzato da moltissimi Colleghi.
Ricordo che la Lista Insieme aveva numeri che gli avrebbero consentito di procedere a nomine esclusivamente al proprio interno e che la individuazione di un consigliere cui affidare il delicato ruolo di segretario rappresenta un passaggio importantissimo anche con riferimento al profilo tecnico dell’eletto.
La scelta porterà alla costruzione di un percorso condiviso - scevro dalle divisioni elettorali - che potrà essere decisivo non solo per un'operosa e spedita attività quotidiana e consiliare, ma costituirà un punto di forza comune per raggiungere gli obiettivi che un Ordine, come quello di Roma, ha il dovere di raggiungere.
Un commento sul ricorso per incompatibilità dell’Avv. Graziani proposto dall’avv. Testa con il sostegno dell’avv. Bucci.
Su questo argomento ritengo che la garbata, ma esauriente comunicazione fatta da Alessandro Graziani a tutti i Colleghi romani, lo scorso 17 febbraio, sia esaustiva ed ogni altro commento sarebbe del tutto fuori luogo.
Punti fondamentali del programma elettorale della Lista Insieme sono stati tanti: quanti obiettivi pensa di realizzare nei due anni di presidenza?
Come accennavo, il programma della “Lista Insieme” ha un contenuto profondamente innovativo, ma allo stesso tempo prevede tanti interventi necessari che si possono e si devono rendere concreti per risolvere la situazione drammatica del "Sistema Giustizia" a Roma.
I punti del programma, che non dettaglio perché sono visibili a tutti sul sito www.insieme.org, sono tutti delle priorità, e sarà fondamentale impegnarsi al massimo per non deludere le legittime aspettative dei colleghi romani.
Il programma della Sua lista parlava di “attuare una concertazione tra il C.O.A. di Roma e gli Enti Territoriali per la razionale ubicazione delle sedi giudiziarie, degli Uffici complementari e l’adeguamento della viabilità e dei parcheggi”. InGIUSTIZIA difende gli Uffici giudiziari in Prati e chiede che gli ampiamenti avvengano utilizzando gli spazi attuali delle caserme: Lei come si pone al riguardo?
Condivido appieno. Tra i tanti interventi necessari - oltre alla ormai cronica questione dell'utilizzo delle caserme, promesso da tempo e mai attuato – l’Ordine di Roma dovrà "battersi" per ottenere, in tempi brevi, una riorganizzazione ed una ottimizzazione degli uffici giudiziari.
Gli avvocati dovranno far sentire forte la propria voce direttamente con il Ministro della Giustizia e con il Gabinetto del Dicastero di via Arenula, per arrivare ad un piano di razionalizzazione delle sedi giudiziarie da troppo tempo atteso a Roma.
Altra emergenza da affrontare è quella riguardante la situazione dell'ufficio del Giudice di Pace in via Teulada, dove tanti Colleghi sono costretti uno soffrire innumerevoli disagi quotidiani che mortificano tutta la nostra categoria. Non per parlare, poi, della necessità di ottenere dal Ministero competente delle soluzioni concrete ed efficaci che risolvano l'atavica carenza di organico del personale di cancelleria, nonchè l'innesto - anche questo atteso da anni - di Giudici togati presso le sedi dove gli stessi debbono andare a colmare un numero, da tempo immemore, del tutto insufficiente.
Quali sono le urgenze del Consiglio e le priorità dell’?
Non c'è nessuna "Era Conte". C'è un nuovo Consiglio composto da 15 consiglieri, i quali - al di là delle cariche - dovranno meritare l'onore che hanno ricevuto con il consenso dei colleghi / elettori, impegnandosi ed operando per il bene comune della categoria, ispirati dalla responsabilità istituzionale propria del prestigioso incarico.
Al di là di tutte le priorità, dei programmi e delle urgenze, ritengo sia fondamentale tenere presente che l'esito elettorale scaturente dalla volontà dei colleghi romani ha messo in risalto un palese desiderio di cambiamento in favore di un organismo che sia più agile, più rappresentativo, più presente sul territorio e divenga una vera e propria "porta di ascolto" dell'avvocatura e, se del caso, sia anche in grado di proporre una difesa "sindacale" della categoria, non limitandosi più ai precipui compiti istituzionali.
Cosa ci può dire circa la questione dello sfratto della sede dell'Ordine da Piazza Cavour?
La vicenda che riguarda la sede "storica" dell'Ordine di Roma è una ferita aperta nel cuore di tutta l'avvocatura italiana.
Non è questa la sede per entrare nel merito, ma va sempre ricordato che l'Ordine degli Avvocati di Roma si trova nel palazzo di giustizia dal 1911 ed è da sempre un punto di riferimento per tutti gli avvocati italiani che frequentano il "Palazzaccio" quando vengono a Roma per discutere innanzi alla Corte Suprema di Cassazione.
L'avvocatura è sconcertata per questa inspiegabile "campagna" di ostilità che si è concretizzata con l'atto ben noto nei confronti dell'Ordine, alla base del quale vi sarebbe "una non meglio precisata esigenza della Cassazione di disporre di ulteriori spazi all'interno del palazzo ........"
A fronte di tale atto, l'Avvocatura romana è insorta una difesa della propria istituzione ed in nome dell'incontestata tradizione di autorevolezza e di pari dignità che l'organo di autogoverno degli avvocati può vantare con fierezza.
Per questo, il nuovo consiglio dell'ordine difenderà in ogni modo il proprio diritto di restare nella propria "sede storica", non accettando il mortificante trasferimento preteso.
Concludendo questo dialogo costruttivo con il vostro giornale, mi sia consentito di esprimervi tutto il mio apprezzamento per la vostra pubblicazione che è divenuta, con suo grande merito, un punto di riferimento di lettura "tecnica e politica" per tutti i colleghi romani e che può essere uno strumento di comunicazione importante per realizzare il sogno di costruire un'avvocatura romana forte e rappresentativa della dignità del ceto forense.
* * * Un Presidente ordinista e fine politico, capace di bypassare le domande insidiose e che smentisce l’inizio dell’, ma che sul punto non convince: dopo circa trenta anni di avvocatura so riconoscere chi rimarrà in sella per molto tempo e chi durerà lo spazio di un mattino, come dicono i Francesi.
Antonio Conte appartiene ai cavalli di razza, quindi….

RR

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