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Un viaggio all'interno della giustizia in provincia

Come funziona il Tribunale a Frosinone.

 

L’attuale sede del Tribunale di Frosinone, inaugurata dieci anni orsono, si erge sulla Strada Statale Monti Lepini, nelle vicinanze del casello autostradale.

L’area – posta ai margini del centro cittadino – è densamente trafficata, e la presenza numerosi Una veduta del Tribunale di Frosinoneincroci, con vie che conducono nel cuore del capoluogo ciociaro, contribuisce, tra semafori e rotatorie, a rallentare ulteriormente la condotta di chi deve recarsi in direzione “mare” o verso la parte ovest della provincia. Il palazzo del Tribunale è circondato da tre ampi parcheggi, che consentono agli operatori e agli utenti di trovare facilmente posto per la propria auto. Una volta oltrepassato il cancello dell’ingresso carrabile, ci si imbatte in una rotatoria che presenta al centro una “statua della giustizia”.

Prima dell’androne, è presente un largo porticato, preceduto a sua volta da un esteso piazzale pedonale; intitolato, quest’ultimo, all’ex sindaco di Frosinone Domenico Ferrante.

L’amministrazione della giustizia, pur avendo trovato una sistemazione adeguata dal punto di vista strutturale, presenta molti dei problemi che lamentano la maggior parte delle sedi italiane. Ad un primo impatto, comunque, non si riscontrano quelle gravi inefficienze dovute a carenza di spazio o a disorganizzazione: la collocazione dei fascicoli, infatti, appare ordinata, e i locali si presentano puliti e ariosi.

L’impianto di aerazione, situato nelle stanze, nelle aule e nei corridoi, consente di avere un clima adeguato ad ogni stagione nonostante i larghi spazi. È permesso anche ai disabili di accedere ai piani alti attraverso un’ampia via d’accesso, oltre agli ascensori.

Per verificare meglio la situazione all’interno degli uffici, abbiamo rivolto alcune domande ai cancellieri delle varie sezioni e ad altri operatori; tutti hanno messo in luce una carenza di personale, soprattutto quello amministrativo, dovuto in gran parte a pensionamenti a cui non hanno fatto seguito nuove assunzioni, a causa della persistente omissione di concorsi pubblici. Il responsabile degli ufficiali giudiziari ha confermato la carenza di segretari amministrativi ed ha dichiarato – inoltre – che la categoria da egli diretta è composta da persone avanti con gli anni, con evidenti conseguenze sullo smaltimento del lavoro, e con il pericolo di ulteriori collocamenti a riposo in massa.

Sia nella sezione civile che in quella penale, e presso la procura della repubblica, non vi sarebbe particolare carenza di magistrati, al di là dell’attesa nomina del nuovo procuratore, in sostituzione della Dr.ssa Gerunda.

Come ci è stato rivelato, accade spesso che le carenze di personale risultino annualmente ridotte per motivazioni del tutto formali: capita, infatti, che il ministero ridisegni la pianta organica tagliando il numero delle unità destinate ad ogni ufficio. Per quanto riguarda poi l’informatizzazione delle strutture, alcuni si sono lamentati per la vetustà degli apparecchi, ma vi è chi ha sottolineato che l’auspicabile gestione computerizzata, allo stato attuale, comporta lungaggini nella trasmissione e archiviazione dei dati. Inoltre, il problema dell’informatizzazione – nei tribunali come nelle altre pubbliche amministrazioni – è aggravato proprio da una mancanza di ricambio “generazionale” all’interno degli uffici: infatti, formare sulle nuove tecnologie un personale di età tra i 20 e i 25 anni comporterebbe di sicuro un’accelerazione nel processo di modernizzazione degli apparati. Al termine del nostro itinerario, ci siamo intrattenuti con il presidente dell’ordine degli avvocati; da poco rieletto, è al vertice del foro da diversi anni.

Anzitutto, egli ha evidenziato l’aumento vertiginoso del numero degli iscritti, come del resto accade in tutta Italia. In media, l’elenco si allunga di circa settanta unità ogni anno, e ad oggi non siamo lontani dal migliaio (escludendo l’ordine di Cassino). Tale fenomeno si ripercuote sulla concorrenza tra i professionisti, i quali sono costretti a una lotta tenace per accaparrarsi la clientela; a discapito della qualità. Ciò è stato aggravato, a nostro avviso, dall’abolizione dei minimi tariffari, nonché dal venir meno del “divieto di patto quota lite”, che consente un accordo tra il cliente e il professionista attraverso il quale l’avvocato viene pagato solo in caso di vittoria nel giudizio.

Si Auspica che venga al più presto approvata la riforma dell’ordinamento forense. L’aumento dei legali frusinati ha di certo reso più gravosa la fruizione dei servizi forniti dall’ordine, dalle cancellerie e dagli ufficiali giudiziari; e non si respira più quell’aria “familiare” di qualche decennio fa. Del resto, basta guardare l’ampiezza dell’attuale volume che riporta tutti gli iscritti all’ordine e confrontarlo con uno stesso degli anni ottanta.

Da qualche tempo, poi, le file sono ben più visibili rispetto al passato; anche se non raggiungono l’ampiezza che si riscontra in altre realtà (come ad es. quella romana). Tutti hanno ammesso che, nel complesso, il Tribunale di Frosinone risulta essere funzionale, anche grazie alla buona volontà e alla pazienza di tutti gli operatori, i quali si adoperano quotidianamente affinché il pianeta giustizia a Frosinone non subisca particolari rallentamenti. Una nota dolente riguarda la sezione lavoro, ove il contenzioso risulta essere notevole, alla pari di ciò che accade nel resto del Paese.

 

Gabriele Sabetta

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