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Basta svilire la magistratura onoraria!

Pochi cittadini sanno che buona parte del funzionamento della giustizia è un merito, forse un vanto, della magistratura onoraria. A questa categoria, però, non è stata mai prestata la dovuta attenzione e il dovuto rispetto ed ancora oggi i magistrati onorari aspettano una riforma organica del settore che li tolga dal precariato e focalizzi il loro ruolo. La Federazione Magistrati Onorari è l’organizzazione che sta lavorando in questa direzione da anni sotto la guida del presidente Paolo Valerio.

D) Il successo della Federmot quale associazione di categoria è stato fuori dal comune, raggiungendo in poco tempo 1.400 iscritti in una categoria composta da 3.300 persone. Da cosa deriva tale eccezionalità?

R) Dietro un fenomeno sindacale che nasce e si evolve rapidamente c’è sempre un forte disagio dei lavoratori e una spiccata determinazione nel tutelare i propri interessi. Nel caso dei magistrati onorari di tribunale (più noti agli operatori del diritto con i nomi di Got, Giudici Onorari di Tribunale, e di Vpo, Vice procuratori Onorari) il disagio è stato ulteriormente enfatizzato da una scelta politica poco prudente, quella di rendere la professione giudiziaria onoraria incompatibile con la professione forense, seppure nell’ambito del circondario di tribunale; questo divieto, entrato definitivamente in vigore il 1 ottobre 2001, ha privato i magistrati onorari di tribunale di una propria identità professionale, quella di avvocato, ponendo fine ad una concezione che vedeva nella magistratura onoraria un elemento di osmosi tra la magistratura e la componente più qualificata della società civile: l’avvocatura. Prima il magistrato onorario era innanzi tutto un avvocato che, forte della propria dignità professionale, poteva confrontarsi col magistrato togato alla pari. Oggi il magistrato onorario di tribunale è qualcosa di meno dell’avvocato e, conseguentemente, qualcosa di meno anche del magistrato togato: un precario. Date queste premesse, sindacalizzare una categoria di avvocati-magistrati, già abituati per cultura, formazione e vocazione a tutelare i diritti dei cittadini, è stato relativamente semplice.

L’unico merito della Federmot è stato quello di far capire a questi giuristi abituati a tutelare gli altri, che dovevano al contempo tutelare se stessi, non essendo ammissibile affidare la decisione di cause, che incidono anche sulla libertà personale, a magistrati sprovvisti della necessaria autonomia ed indipendenza. Una gestione molto democratica dell’Associazione, caratterizzata da frequenti riunioni assembleari nazionali e dall’accesso alle cariche sociali per scrutinio segreto, ha reso credibile nel tempo questa istituzione.

D) Su quali settori è stata focalizzata l’attività dell'associazione?

R) Abbiamo seguito un doppio binario, perseguendo contemporaneamente non solo la riforma organica della categoria, ma anche specifici obiettivi volti a riqualificare la magistratura onoraria di tribunale all’insegna della professionalità e della selettività.

Seguendo questa linea abbiamo già conseguito risultati che, seppure poco noti, rappresentano un traguardo intermedio importante anche per i cittadini che amministriamo. Il primo è il riordino delle modalità di reclutamento attraverso l’istituzione di un severo concorso per titoli a cadenza biennale, disciplinato secondo procedure molto trasparenti; ormai, per intendersi, è impossibile che, fra quanti concorrono alla nomina come magistrato onorario di tribunale, un semplice avvocato sia nominato se vi è un altro candidato con l’anzianità di avvocato cassazionista, o che un semplice avvocato sia preferito ad un avvocato che ha anche il titolo di professore o di notaio, ecc.

Il secondo è l’istituzione e la partenza dei corsi obbligatori di formazione iniziale e permanente, che ad oggi non sono previsti neppure per i magistrati togati per i quali la partecipazione ai corsi di formazione permanente è meramente facoltativa.

D) Quali sono le concrete prospettive di riforma della vostra categoria?

R) La Federmot ha formulato una proposta di legge sottoscritta da sette Capi Gruppo della Commissione Giustizia presso la Camera dei Deputati (Atto Camera 5163). Il primo firmatario della proposta è l’Onorevole Vitali, oggi Sottosegretario alla Giustizia. La proposta, avendo origine parlamentare, richiede ora un intervento del Governo sotto il profilo della copertura finanziaria. La Legge in questione, come ho già avuto il piacere di segnalare dalle colonne del vostro giornale, mira ad un nuovo inquadramento dei professionisti che oggi svolgono le funzioni giudiziarie come magistrati onorari di tribunale, in un ruolo professionale, complementare a quello ordinario. Il nuovo magistrato di complemento avrebbe un rapporto di servizio a tempo indeterminato e svolgerebbe esclusivamente le funzioni di primo grado. Per accedere alle funzioni di appello il magistrato di complemento dovrà superare il concorso ordinario. Discorso a parte deve farsi per gli amici e colleghi giudici di pace che, pur essendo stati inclusi nella proposta di legge, mi sembrano orientati, tramite le proprie rappresentanze sindacali, verso una diversa riforma che salvaguardi la natura onoraria del loro incarico conservando l’attuale compatibilità con la professione forense.

D) Tra la Federmot e l'Associazione Nazionale Magistrati non sono mancate divergenze, per esempio in occasione dell'ultimo sciopero indetto dall'ANM. Come si può rendere più sinergica l'azione dei magistrati onorari con quella dei magistrati togati?

R) Più che di divergenze parlerei di incomprensioni. Indubbiamente non è facile condividere battaglie relative a interessi non condivisi, specialmente se ci si concentra soprattutto sulle proprie dinamiche sindacali senza valutare anche altre soluzioni allargate. Non mi permetto di criticare la linea sindacale dell’ANM, tuttavia ritengo che i colleghi togati abbiano compiuto almeno due grossi errori strategici, dialogando con una sola parte politica e incentrando le proprie proteste su aspetti attinenti quasi esclusivamente al proprio status giuridico, mentre l’opinione pubblica si interessa soprattutto ai problemi che investono direttamente l’utente finale. Il ritorno massmediatico della protesta montata dall’ANM sarebbe stato maggiore se fosse sfociata in una proposta concreta volta ad abbreviare la durata dei processi. Da questo punto di vista il caso Federmot costituisce un precedente interessante: abbiamo proposto una riforma compatibile con i vincoli di bilancio per restituire dignità alla categoria dei magistrati onorari di tribunale fornendo al contempo un servizio più efficiente al cittadino; il risultato è stato l’appoggio incondizionato della maggioranza e di una grandissima parte dell’opposizione. Per rendere sinergica l’azione delle due categorie l’ANM dovrebbe aprire un tavolo permanente di confronto con la Federmot, come pure chiediamo da due anni, orientando la propria attenzione sul sistema giustizia nel suo complesso, senza trascurare la riforma della magistratura di tribunale. Per l’ANM dare importanza ai magistrati onorari di tribunale non significherebbe affatto rinunciare al proprio ruolo di associazione leader, ma, al contrario, significherebbe riappropriarsi dell’immagine forte e indipendente che l’Associazione Magistrati ha mostrato fino ad oggi, ribadendo una capacità di dialogo e di apertura che alcuni tendono a mettere in dubbio ma in cui la Federmot continua a confidare.

 

Andrea Trunzo

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