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Riflessioni per una nuova avvocatura

avv. Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo Reboa, Reboa, Romolo, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLOIntervista all'avv. Mauro Mazzoni, Presidente dell'Accademia Forense

 

L’Accademia Forense, presieduta dall’avv. Mauro Mazzoni, nasce a Roma solo nel dicembre 2010 ma vanta già numerose sedi territoriali in tutta Italia. E’ certamente un’associazione giovane, nuova ma che può, tuttavia, contare sulla grandissima esperienza dei propri componenti, che da almeno un decennio si occupano dei problemi dell’Avvocatura, in generale, e di quella romana, in particolare. Abbiamo incontrato il Presidente, avv. Mauro Mazzoni, per conoscere la logica e gli scopi che hanno portato alla formazione di questa Associazione che è <<autenticamente liberale, nella quale non conta l’orientamento politico o religioso>>. Tant’è che è possibile farne parte pur essendo <<iscritti ad altre associazioni forensi perché quel che ci interessa è il contributo che ogni collega può dare alle nostre iniziative, inoltre questo può aiutare a realizzare quel dialogo che manca tra le associazioni e che costituisce un grosso limite dell’avvocatura. Pertanto, chi tra i colleghi volesse farne parte non deve fare altro che comunicarlo anche attraverso il nostro sito www.accademia forense.it>>.

D) Uno dei problemi che affligge l’Avvocatura è il numero degli iscritti. Cosa ne pensa?

Non vi è dubbio che il numero degli avvocati italiani sia troppo elevato, ma sulla soluzione del problema debbo rilevare una sorta di “strabismo”, nel senso che tutte le riforme finora avanzate affrontano, peraltro male, il problema solo dal punto di vista della fase di accesso alla professione, trascurando completamente quella della permanenza nell’avvocatura.

D) Cosa propone?

Per quanto riguarda i neoiscritti che, diversamente da quanto si pensi, sono la vera risorsa dell’avvocatura, si potrebbe pensare ad un numero programmato, da stabilirsi di anno in anno e parametrato, ad esempio, alla densità abitativa nell’ambito del tribunale, al numero di imprese presenti nel circondario ed al numero di reati che sono stati contestati nell’anno precedente. Tale scelta, secondo un criterio proporzionale, potrebbe essere lasciata anche ai Presidenti dei Consigli degli Ordini, sentiti i Presidenti dei Tribunali e delle Corti di Appello ed il Ministro della Giustizia. Così facendo ciascun Presidente dell’Ordine assumerebbe personalmente tale responsabilità della quale dovrà evidentemente rispondere ai Colleghi. Per quanto riguarda gli avvocati che abbiano compiuto i 75 anni, si potrebbe invece pensare alla cancellazione dall’albo ordinario ed all’iscrizione esclusiva in un albo speciale degli “ Avvocati Onorari”.  Questi dovrebbero poter esercitare il patrocinio solo avanti la Cassazione e le altre Magistrature Superiori e potrebbero utilizzare l’esperienza acquisita anche quali docenti retribuiti per i corsi relativi alla formazione obbligatoria. Questo permetterebbe un ampio ricambio generazionale nelle cause di merito con evidente beneficio per i giovani che con l’attuale sistema rischiano di sopravvivere solo “ dipendendo” da altri Colleghi.

D) Altra questione che l’Accademia Forense intende affrontare è quella della Rappresentanza dell’Avvocatura.

A mio avviso l’Avvocatura sta morendo di rappresentanza. Esistono gli Ordini, l’OUA, il CNF e la Cassa Forense: sono tutti organismi che comportano forti oneri economici per gli avvocati e che, il più delle volte, non riescono a trovare una posizione comune. Basti pensare alle differenti posizioni assunte sulla mediazione. Purtroppo questi organismi, nati con buoni propositi, nella pratica, dividono l’avvocatura impedendole di avere quel “peso politico” che consentirebbe di far sentire la voce degli Avvocati nelle questioni di giustizia.

D) Parliamo della mediazione.

La normativa sulla mediazione è di fatto la dichiarazione di fallimento dello Stato italiano in merito alla giustizia civile. Sostanzialmente è l’ammissione di non essere più in grado di fornire il servizio “giustizia” al cittadino, obbligandolo ad organizzarsi privatamente, quando sarebbe onere dello Stato occuparsene. Ciò comporta che gli avvocati ed i cittadini non abbiano più neanche un vero giudice al quale rivolgersi.

D) Per concludere, quali sono gli obiettivi futuri che si pone l’Accademia?

Assieme ad altre associazioni stiamo pensando ad un nuovo progetto per superare la situazione di assoluto stallo in cui si trovano sia le strutture dell’avvocatura sia le strutture degli uffici giudiziari. È bene specificare che noi non abbiamo la presunzione di affrontare e risolvere questi problemi da soli: dobbiamo confrontarci possibilmente con tutte le realtà associative per condividere vicendevolmente le nostre idee.

 

Valeria Noccioli*

Avvocato del Foro di Roma

 

 

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