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Equitalia: pericolo riscossione

Non ce la fanno proprio più. Anzi, non ce la facciamo proprio più.
Ho partecipato a diversi incontri, riunioni e manifestazioni sul tema di Equitalia ed il clima che si respira è di totale esasperazione.
I cittadini si sentono vittime di un sistema che, nella spasmodica ricerca di entrate per i vari enti impositori e di grandi profitti per la società di riscossione, non esita a mettere sulla strada le famiglie e sul lastrico le micro e piccole imprese.
Molte persone si sono dichiarate pronte ad occupare le sedi di Equitalia. Ho provato a dissuaderli. Sinceramente, non so per quanto tempo riusciranno a non perdere la ragione, perché per contrastare l’azione di Equitalia, oltre all’avvocato, al commercialista, all’esperto in diritto tributario, al consulente del lavoro, occorre anche uno psicologo di sostegno del contribuente. In molti casi, infatti, c’è il rischio di diventare pazzi.
I comunicati stampa di Equitalia vantano il grande merito di aver recuperato nel 2010, insieme all’ Agenzia delle Entrate ed all’Inps, complessivamente 25,4 miliardi di euro tra imposte, tasse e contributi .
Sempre Equitalia sottolinea che nel 2010 la riscossione è salita a 8,9 miliardi, di cui il 20% è stato recuperato dai grandi debitori.
Il dato che mi preoccupa è proprio quell’80%, che non si riferisce ai grandi debitori.
Le tasse, i contributi, le sanzioni, devono essere pagate, se dovute. Nessuno lo discute.
Ma non è giusto che si chiedano debiti inesigibili, non è giusto che si continui ad iscrivere e non si cancellino d’ufficio ipoteche sulla casa per debiti inferiori agli 8.000,00 Euro, non è giusto che non sia possibile rateizzare la singola cartella, ma che venga imposta la rateizzazione di tutto il ruolo, non è giusto che gli enti iscrivano a ruolo debiti, pur non avendo rispettato le regole previste dalla vigente normativa.
Basta andare una mattinata, per esempio, nelle aule del Giudice di Pace di Roma, per accorgersi che il Comune di Roma, pur avendo iscritto a ruolo debiti derivanti da sanzioni amministrative, non è in grado di produrre la notifica dei verbali di accertamento. Spesso il Comune neanche si costituisce. Le opposizioni vengono accolte, con condanna del Comune al pagamento delle spese, che ovviamente sono pagate sempre con i soldi dei cittadini.
E’ giusto che tutti coloro che, pur ritenendo di aver ragione, non hanno i soldi per rivolgersi ad un avvocato e pagare il contributo unificato, rimangano esposti all’azione di recupero di Equitalia?
E’ giusto che lo Stato e gli enti pubblici, così come chi agisce per loro conto, non siano i primi a rispettare le regole?
Queste sono le contestazioni ed i quesiti che ho posto alla stessa Equitalia, in un recente incontro avuto con un responsabile nazionale della riscossione. Sono ancora in attesa di ricevere risposte…
Ma non bastano le ipoteche, i pignoramenti immobiliari, i fermi dei veicoli, i pignoramenti dei conti correnti. No, non bastano a Equitalia per recuperare l'irrecuperabile.
Equitalia non conosce limiti.
In una sola giornata, davanti al Tribunale di Latina, sez. Fallimentare, Equitalia risultava quale creditore richiedente il fallimento di ben quarantaquattro imprese. Numeri da capogiro, se si moltiplica questo dato per  i Tribunali di tutta Italia.
Mentre leggevo il ruolo e verificavo che il creditore era sempre Equitalia, sentivo una rabbia crescermi dentro, pensando a quanti poveri disgraziati erano stati messi in ginocchio da questo aguzzino legittimato dallo stesso Stato.
Mi sono girata,  ho guardato la Collega che aveva tra le braccia i  quarantaquattro fascicoli  e pur sapendo già la risposta, Le ho posto la domanda: " E' Equitalia che ha richiesto il fallimento di tutte queste imprese?" Alla sua risposta affermativa, non riuscendo a stare zitta, ho replicato sarcasticamente: " Complimenti a Equitalia. Il fallimento delle imprese è un'ottima soluzione. Ma non vi vergognate? E poi parlano di ripresa economica…"
Il silenzio è calato davanti all'aula di udienza. Nessuna replica. Lo sapevano tutti che avevo ragione.
Come si fa, come si fa a non capire che se si continua di questo passo, non ci sarà più modo di risollevare la nostra economia.
Come si fa a non capire che creando sempre nuovi poveri, non c'è futuro per questa nostra Italia.
Come si fa a non capire che il primo dovere di uno Stato è quello di sostenere e far crescere i suoi cittadini.
Come si fa a non capire che lo Stato non può legittimare l'azione di cinici speculatori che, in modo ancor più aggressivo  e spregiudicato delle stesse banche, agiscono con il solo fine di massimizzare il loro profitto.
L'ho già detto, ma lo ripeto. Si fermi questo mostro, prima che la gente esasperata arrivi alla rivolta.
Tante persone non hanno più nulla da perdere.
E quando non si ha nulla da perdere…….

Monica Nassisi* 

Avvocato del Foro di Roma
Presidente Associazione Legittima Difesa

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