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Si fa un gran parlare della spending review del governo a proposito dei costi della pubblica amministrazione e nulla si dice sulla compliant review, cioè la resa incondizionata alle pretese dell'Anm sulla responsabilità civile di magistrati. Infatti, sottolinea L'UCPI "la proposta del Governo sul tema della responsabilità civile dei magistrati, che non solo svuota in massima parte l'emendamento Pini, ma tradisce le esigenze di adeguamento alle sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione Europea che ne avevano giustificato l'inserimento nella Legge Comunitaria, e' una operazione di mero maquillage della attuale, inaccettabile, disciplina. Il mantenimento del filtro di ammissibilità delle azioni, tanto per citarne un aspetto, perpetua la condizione di permanente falcidia delle istanze dei cittadini, che si registra da venti anni a questa parte, in nome di un controllo preventivo da parte della che in questa materia trova spiegazione solo nella resa alle istanze più corporative della magistratura". "All'ANM, del resto, non interessa il merito delle proposte in discussione, perfino nella più che arrendevole versione prospettata dal Governo, ma solo conservare l'attuale status di irresponsabilità dei magistrati, per ciò evoca strumentalmente i ben più nobili principi della indipendenza e dell'autonomia e agita lo spauracchio della citazione diretta e gli attentati alla libertà della giurisdizione. Per lo stesso motivo il sindacato dei magistrati continua a minimizzare, contro ogni logica, la portata delle pronunce della Corte di Giustizia Europea e teorizza un'inammissibile, illogico ed incostituzionale doppio regime di responsabilità sul tema della manifesta violazione della legge. Invece di ragionare su come dare effettiva tutela ai cittadini l'unica preoccupazione della magistratura associata pare quella di non scalfire lo status di irresponsabilità che una legge inefficace garantisce. Se ANM vuole aprire un confronto anche con l'avvocatura sul tema deve abbandonare sia la pretesa di dettare la legge sia la difesa dello status quo e, soprattutto, spiegare agli italiani se vuole che i magistrati rispondano degli errori che commettono".
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