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Inchieste

Protezione segreti commerciali: nuova direttiva

In base al nuovo quadro giuridico gli Stati membri dell'UE dovranno definire le misure, le procedure e i mezzi di ricorso necessari ad assicurare la disponibilità di strumenti di ricorso di diritto civile contro l'acquisizione, l'utilizzo e la divulgazione illeciti di segreti commerciali. Questi dovranno essere equi, efficaci e dissuasivi, non inutilmente complessi o costosi e non comportare termini irragionevoli o ritardi ingiustificati. Il termine di prescrizione per i ricorsi non sarà superiore a sei anni. I detentori di segreti commerciali avranno il diritto di chiedere l'applicazione di mezzi di ricorso in caso di danni derivanti da appropriazione illecita di documenti, oggetti, materiali, sostanze o file elettronici contenenti il segreto commerciale o dai quali è possibile dedurre il segreto commerciale. Se necessario, la riservatezza dei segreti commerciali sarà salvaguardata anche durante e dopo i procedimenti giudiziari. Successivamente alla pubblicazione della direttiva nella Gazzetta ufficiale dell'UE e alla sua entrata in vigore, gli Stati membri disporranno di un termine massimo di due anni per recepire le nuove disposizioni nel diritto interno. Le imprese investono nell'acquisizione, nello sviluppo e nell'applicazione di know-how e informazioni. Tale investimento nel capitale intellettuale ha un impatto sulla loro competitività e sui loro risultati in termini di innovazione sul mercato e pertanto sui loro benefici e sulla motivazione per continuare ad innovare. Questo prezioso patrimonio di know-how e di informazioni commerciali destinato a rimanere riservato è conosciuto come segreto commerciale. Si tratta di un'ampia gamma di informazioni, dalle conoscenze tecnologiche ai dati commerciali quali, ad esempio, le informazioni sui clienti e i fornitori, i piani aziendali o le ricerche e le strategie di mercato. I segreti commerciali svolgono un ruolo importante nel proteggere lo scambio di conoscenze tra le imprese, in particolare le PMI, e gli istituti di ricerca nel contesto delle attività di ricerca e sviluppo e d'innovazione nel mercato interno. Al giorno d'oggi esiste una grande varietà di sistemi e di definizioni negli Stati membri per quanto riguarda il trattamento e la protezione dei segreti commerciali. Il nuovo strumento apporterà chiarezza giuridica e garantirà condizioni di parità a tutte le imprese europee. Contribuirà inoltre ad accrescere il loro interesse nei confronti dello sviluppo di attività di ricerca e d'innovazione.

Fonte: Consiglio dell'Unione Europea


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Giudici e politica: un confronto all'americana

Uno dei tratti fondamentali del sistema giudiziario Americano è la possibilità per la popolazione di eleggere i loro giudici. Il Giudice Lynch mi ha parlato di questo argomento quando mi espose la sua elezione nonché il fatto che nessuno è corso contro di lui quando ha cercato di essere rieletto. Ciò forse era dovuto al suo buon lavoro, alla sua popolarità o ai rischi legati a tale carica, tra cui la possibilità che bande criminali si vendichino per le sentenze pronunciate dal giudice. Volendo confrontare questo sistema con quello europeo, dove generalmente i giudici vengono scelti con pubblico concorso volto ad accertarne le competenze giuridiche. In Italia in particolare, una volta superato l'esame il giudice rimane in carica a tempo indeterminato. L'obiettivo del sistema italiano è quello di garantire l'indipendenza dei giudici dalla politica e dimostrare che non essi non sono influenzabili nell'applicazione della legge. Ciò è coerente con la tradizionale principio della separazione dei poteri, apparso come un significativo limite durante il regime fascista. Dunque i giudici Italiani sono sottoposti alla sola legge e soltanto davanti ad essa saranno ritenuti responsabili; ciò accresce l'autorevolezza dell'amministrazione della giustizia, immune da qualsivoglia influenza politica. Il Consiglio Superiore della Magistratura, una commissione composta per due terzi da giudici eletti dai loro colleghi e per un terzo da giuristi di fama nominati dal Parlamento, assegna ai giudici la loro circoscrizione e gestisce nello specifico il loro rapporto di lavoro. In America invece i giudici sono molto più legati al potere esecutivo. I giudici Americani, infatti, sono eletti dai cittadini oppure nominati direttamente dal Governatore. Ciò probabilmente è dovuto al successo della teoria della separazione dei poteri in seguito alla rivoluzione francese del 1789. La Costituzione degli Stati Uniti, leggermente precedente a tale data, pone le basi del sistema Americano con un accento su tale dottrina molto minore che in Europa. Così il sistema giudiziario Americano è maggiormente suscettibile alle influenze ed agli interessi esterni. Per esempio, grandi imprese possono finanziare la campagna elettorale di un giudice ed egli potrebbe ricambiare il favore concedendo, ancorché illegalmente, un trattamento preferenziale qualora ve ne fosse bisogno. Inoltre, un governatore o un presidente potrebbero scegliere i giudici in modo da garantirsi un'interpretazione favorevole della legge, indebolendo così il controllo giudiziario sui due rami politici del governo. Un esempio storico mostra la conseguenza di un giudice troppo strettamente legato alla politica. L'influenza che il presidente Franklin Delano Roosevelt ha avuto sulla Corte Suprema durante l'interpretazione della clausola sul commercio interstatale della Costituzione ne è un esempio evidente. Infatti, inizialmente la Corte Suprema ostacolò la politica del New Deal di Roosevelt e dichiarò illegittime molte delle sue norme. Siccome però il Presidente degli Stati Uniti nomina i giudici della Corte Suprema e non vi è un limite al loro numero fisato nella Costituzione, il Presidente può nominarne quanti ne vuole, anche se generalmente essi non sono più di nove. Quando la Corte Suprema bloccò la politica del New Deal, allora il presidente Roosevelt minacciò di nominare altri giudici per avere una maggioranza nella Corte Suprema che sostenesse il suo New Deal. Posta sotto tale pressione, la Corte Suprema tornò a più miti consigli e sostenne il nuovo corso del Presidente. Oggi quasi tutti considerano il New Deal come un evento positivo nella storia Americana e di tutto il mondo. Tuttavia, questo esempio mostra il peso che il potere esecutivo ha nel sistema giudiziario Americano. In sintesi, il sistema europeo sembra concedere più i diritti alle parti, ad avere un giusto processo e procedimento di legge. Infatti, è molto più difficile sostenere che alcune sentenze abbiano una fonte politica. Comunque anche il sistema europeo non è esente da alcune lacune. La mancanza di controllo sull'operato dei giudici rende il loro lavoro generalmente poco efficiente. Inoltre, è difficile valutare il loro comportamento per mancanza di un serio sistema che prenda in considerazione le loro competenze ed il valore del loro lavoro. Ogni valutazione del loro lavoro potrebbe essere interpretata come un'influenza illegittima e discriminatoria nei confronti di un giudice coraggioso o delle sue opinioni innovative. Quello che sembra mancare un'efficace forma di controllo. In ogni caso, qualcosa potrebbe cambiare in seguito ad una recente riforma che ha introdotto una più efficace azione di responsabilità contro i giudici che hanno agito dolosamente o con colpa grave. L'azione, di carattere civile, prevede che il giudizio sull'operato del giudice sia demandato ad altri giudici suoi colleghi, evitando così influenze ed ingerenze di altri poteri dello Stato.

Massimo Reboa

Italian Juris Doct

The judges and the politics

A COMPARISON WITH THE EUROPEAN SYSTEM

One of the famous characters of the American judicial system is the chance for population to elect judges. Judge Lynch introduced me into this argument when he told me about his election as a judge and the fact that none run against him when he tried to be re-elected. Perhaps that was due to the good job done, or to his popular, or to the risk related to such a position, as criminal gangs would vindicate themselves for judge's opinions.

This system is usually compared with the European one, where the judges are enrolled within the civil service after a competitive exam to ascertain their legal competences. In particular, in Italy an exam selects the judges and once passed that, a judge has his position granted for his entire life. The main concern in the Italian system is to grant the independence of the judges from political process and show that there is not undue influence in the administration of the law. The division is consistent with the traditional provision about separation of powers, which, after the fascism regime between the two world wars, had seemed the major limitation to the settlement of another dictatorship. The second one is to increase the prestige of administration of justice, as the judges is liable only in the face of the law and so their opinions are undoubtedly expression of that law, instead of a political party. After a competitive exam, the CSM, a commission composed for two third of judges elected by their colleagues and for one third of famous jurists appointed by the parliament, assigns the judges to their specific district and manage their labor relationship.

By contrast, in America the judges are much more linked to the executive branch. In fact, depending on the state the American judges are elected by the citizens or appointed directly by the Governor. This was probably due to the fact that the greatest success of the separation of powers doctrine was only after the French revolution in 1789. As the US Constitution was slightly precedent that date, the bases of the American system were yet settled and the stress on separation of powers has been minor than in Europe. This could lead to some kind of influence of external sources or interests on judicial system. For instance, huge corporations would fund the electoral campaign of the judge or criminal gangs could support him to grant themselves some favor in the future. Moreover, a governor or a president would choose the judges that interpret the law in the way he considers appropriate, weakening this way the judicial check on the 2 political branches of government.

An historical example could show the consequence of a judge too strictly linked to politics. In fact, the influence that President Franklin Delano Roosevelt has had over the Supreme Court during the interpretation of commerce clause is an evident sign of it. The question rose when the Supreme Court initially refused to accept the provisions of the New Deal. As the Constitution does not establish a number of Justices for Supreme Court, the President is free to nominate as many Justices as he want, even though generally they are 9. When President Roosevelt threatened to nominate other Justices to have a majority in Supreme Court that support his New Deal plan, the majority opinion in the Court switched in favor of New Deal provisions. Now almost everybody consider New Deal as a positive moment in the history of America and of the world. However, this can show the strength of executive influence over the judicial system in America.

In sum, the European system seems to grant more the rights of parties to have a due process of law. In fact, it is much more difficult to argue that decisions of the judges have a political source. However, the European system has some drawbacks. The lack of control on the judge gives a minor level of efficiency. Moreover, once the judge is enrolled in his position, it is hard to evaluate the value of his work. In fact, every evaluation could be interpreted as an undue influence or a discrimination against a judge for a brave opinion. The check on judicial branch seems lacking. However, something seems changing in recent years. In Italy, for instance, a new law has introduced a more effective action to take liable a judge who acted with malice or gross negligence. The action is a civil one, so the judges would administer this check on their colleagues, avoiding this way influences from other branches of government.


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Elezioni 2015: l'Avvocatura cambia volto?

avv. Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo Reboa, Reboa, Romolo, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLOIl 2015 non sarà soltanto un anno cruciale per l'Avvocatura: recherà con sè anche una grande occasione di rinnovamento. Nell'anno venturo, troverà definitiva attuazione il nuovo codice deontologico forense, in vigore dalle idi di dicembre. Allo scoccare della mezzanotte, dopo in cenone di San Silvestro, scatteranno gli obblighi del riformato "Regolamento per la formazione continua" degli Avvocati. I Consigli Distrettuali di Disciplina entreranno definitivamente in attività. Gli esami di abilitazione alla professione forense torneranno alla vecchia modalità, precludendo ai candidati di avvalersi dei contributi nozionistici di codici davvero troppo commentati. Eppoi, nel 2015, il processo telematico muoverà ulteriori passi verso una ancor più marcata obbligatorietà. Che dire degli organi di rappresentanza dell'Avvocatura? Dopo la proroga elargita dalla Legge 247/12, si tornerà a votare, per eleggere i Consigli territoriali ma con molte novità: organici allargati sino a 25 componenti, riserva di genere e voto di lista, anche con modalità telematica. Tutto ciò, mentre la più grave crisi economica degli ultimi ottant'anni soffoca il Paese e, con esso, deprime il nostro stesso mondo forense, marcandone il triste disfacimento. Indubbiamente, anche a causa di ciò, l'Avvocatura ha fatto molti passi di arretramento da quando rappresentava la più fulgida "schiera degli eletti" e costituiva il più reattivo presidio culturale della nostra collettività. Tuttavia, questo è certo, non è stata la crisi economica a costituire la causa primaria dello svilimento dell'Avvocatura. Come argutamente rilevato dai più attenti commentatori, il processo di deterioramento del ruolo svolto dagli Avvocati ha vissuto un lento ma progressivo avanzamento, sino a quando ha manifestato una impennata acceleratoria allorchè, in un esasperato impeto di soggezione alle leggi del "mercato", si è ritenuto di privilegiare l'applicazione dei principi della libera concorrenza anche nel settore forense, assimilando l'attività degli Avvocati a quella dell'impresa. Questo stesso indirizzo ha anche -ma in altro modo- condotto ad intaccare il pur collaudato sistema ordinistico, sul presupposto che la disciplina delle professioni dovesse comunque essere "liberalizzata", a tutto vantaggio di logiche imprenditoriali ed industriali degne di ben diversa applicazione. Così, si è passati all'abolizione del tariffario forense, privilegiando introduzione del "contratto" e del "parametro", in danno di quei criteri di determinazione del compenso che impingevano la propria ragion d'essere anche sulla comune considerazione delle esigenze sociali di riferimento. Che fare, dunque, adesso? Reagire -senz'altro- ma come? Andando a votare per i nuovi Consigli dell'Ordine, scegliendo quei candidati che esprimono maggiormente capacità, impegno e senso istituzionale. Etica, impegno, coraggio, indipendenza ed amore per la professione sono gli ingredienti indispensabili. Solo così potranno i futuri Consigli dell'Ordine ritrovare la strada per ridare vita a quei valori comuni che sono stati, per lungo tempo, il forte tessuto dell'Avvocatura? Ciò sarebbe auspicabile. A Roma, per troppo tempo abbiamo assistito a contrasti, disaccordi, conflitti e querelles interpersonali che hanno dissanguato le risorse dell'Avvocatura dell'Urbe ed hanno distolto dalle iniziative necessarie per aiutare i Colleghi nell'esercizio della professione. Adesso, però, è il momento di ritrovare la giusta strada, grazie a quei valori comuni ed a quel senso d'appartenenza che deve consentire la formazione di un fronte comune per fronteggiare quelle sfide che la nuova stagione impone. È indispensabile, quindi, cambiare e dare nuova linfa alla Istituzione forense romana per renderla forte, rispettabile ed autorevole, tanto al proprio interno, quanto nel quotidiano confronto con le altre istituzioni. In fondo, tutti speriamo che il 2015 sia l'anno del cambiamento: cominciamo dunque noi, ricordando che "non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare".

Alessandro Graziani*

Avvocato del Foro di Roma


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Abuso d'ufficio: assolto il Presidente Vaglio

avv. Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo Reboa, Reboa, Romolo, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLOIl presidente dell'Ordine degli Avvocati di Roma, Mauro Vaglio, accusato di falso d'ufficio, è stato assolto con formula piena in quanto il fatto non sussiste. Lo ha deciso il gup Maddalena Cipriani non accogliendo le richieste del pm Francesco Dall'Olio che aveva sollecitato una condanna a otto mesi di reclusione. Secondo il capo d'imputazione il presidente dell'ordine degli avvocati ha promosso la nomina di un addetto alla comunicazione per il consiglio dell'ordine senza essere nelle condizioni per poterlo fare "in quanto socio del consulente della comunicazione in una azienda. Inoltre - per il pubblico ministero - il consiglio doveva rispettare il codice degli appalti. Il giudice Cipriani ha invece accolto le tesi dei difensori di Vaglio, gli avvocati Carlo Arnulfo e Antonio Villani. "Siamo soddisfatti della decisione presa oggi dal giudice. La vicenda - hanno commentato - nel suo complesso sin dall'inizio appariva irrilevante sotto il profilo penale".


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Avvocato: una professione al ribasso

avv. Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo Reboa, Reboa, Romolo, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLOVorrei poter dire è una foto da non commentare, ma siamo avvocati, e tutti direttamente toccati. Non voglio qui mettermi a discutere i dettagli tecnici o l'importanza delle nuove tariffe recentemente approvate, ma vedere forme di pubblicità come questa, onestamente porta ad alcune importanti riflessioni. Basta digitare su un motore di ricerca parole come "pubblicità avvocati" e vediamo risultati sinceramente sconcertanti. Dico subito che se, il mese prossimo, fossi sommerso di debiti, se tasse, CPA, spese di studio, utenze e quelle per la sopravvivenza quotidiana non mi lasciassero speranza, forse anch'io accetterei una causa di divorzio per € 200,00. Meglio non pensarci perché, con l'aria che tira, non è ipotesi così remota. Ma vogliamo andare oltre? Riporto, censurando nomi e riferimenti, una mail ricevuta da un collega per una domiciliazione. Egregio Collega, dovendo depositare tre ricorsi per ingiunzione, promossi dalla nostra Cliente XXX e nello specifico: 1) Un ricorso per ingiunzione del valore di circa Euro 8.000,00, nei confronti della ABC di avanti il Tribunale di Roma. 2) Un ricorso per ingiunzione del valore di circa Euro 4.500,00 nei confronti della Bliss DEF avanti il Giudice di Pace di Roma. 3) Un ricorso per ingiunzione del valore di circa Euro 2.000,00 nei confronti della GHI, avanti il Giudice di Pace di Roma. In caso di Sua disponibilità, La informo di aver concluso con la Cliente un accordo tariffario a forfait, ragion per cui siamo a proporLe analogo accordo che prevede, per la suddetta procedura, il riconoscimento di un importo che sia ragguagliato all'attività da Lei espletata, ancorché entro un massimo di Euro 100,00 per ciascuna posizione (oltre Iva e Cpa, dedotta ritenuta), al netto delle spese di giustizia. Preciso che mi è giunta dopo l'entrata in vigore delle nuove tariffe. Una professione al ribasso? O una scarsa considerazione di noi stessi e, purtroppo, anche tra noi stessi? Posso accettare il cliente che, senza vergogna, chiede lo sconto, la rateizzazione, il patto di quota lite a causa vinta, ma che le tendenze al ribasso provengano da noi stessi, onestamente, mi fa riflettere che qualcosa non va nel sistema. E tutti noi, non raramente, accettiamo in aggiunta alle parcelle (spero mai in sostituzione delle stesse), qualche bottiglia di olio, vino, e altri generi non proprio inutili. E mi viene in mente la scena di un film trash anni 70/80, Pierino medico della Saub, dove il padre di Pierino, il grandissimo Mario Carotenuto, ripercorreva la carriera scolastica del figlio: licenza elementare a Roma; medie a Frosinone; ginnasio a Catanzaro; liceo a Canicattì, Laurea ad Addis Abeba. Ovviamente il posto di lavoro venne trovato grazie ad una raccomandazione della P2. Ma era solo la scena di un film comico? O di fantascienza che si è avverata? Non è forse la nostra la categoria che ha visto il turismo per gli esami in sedi facili in Italia, prima che alcuni interventi allargassero le nostre frontiere alla Spagna e fino in Romania? Il sottoscritto è il primo ad essere favorevole alla libera circolazione dei professionisti anche oltre i confini dell'UE, ma con la mia abilitazione conseguita a Roma, ritengo che non potrei accettare un caso in Francia o Spagna senza avere le giuste competenze maturate con una pratica effettiva e concreta. Al massimo potrei affiancare un avvocato locale. In Italia su 3759 avvocati stabiliti, ben 3452 sono di nazionalità italiana. Non dovrebbero essere almeno inglesi, tedeschi o greci? O si tratta di italiani residenti all'estero che decidono di tornare a casa perché la nostra Italia offre maggiori opportunità per la professione forense? Purtroppo le recenti affermazioni del ministro Orlando, ma altri prima di lui si sono espressi nella stessa direzione, secondo cui il numero degli avvocati in Italia è eccessivo (ma anche il termine spropositato rende bene l'idea) toccano, ed un intervento legislativo in tal senso appare opportuno. Sperando che non porti ad un'impennata nel numero degli abogados che vanificherebbe ogni apprezzabile sforzo. Cosa si diranno Carnelutti e Cicerone vedendo quello che accade? Quel Carnelutti di cui, si racconta, ad un signore che gli aveva offerto un passaggio in auto, inviò la parcella per il parere legale rilasciato durante il tragitto? In attesa però di interventi dall'alto, nel nostro piccolo, qualcosa può essere fatto, ad iniziare da noi stessi. E i nostri COA potrebbero dare un piccolo modesto contributo, iniziando a pubblicare insieme alla data di conseguimento del titolo non semplicemente l'indicazione dell'iscrizione in un elenco speciale (suona come quello dei professori universitari), ma una più chiara indicazione del tipo "Abilitazione conseguita in Spagna (o Romania)". Allo stesso modo potrebbe essere anche una buona idea che si indicasse almeno l'università in cui è stata conseguita la laurea. Chissà che anche qui non si abbia la piacevole sorpresa di scoprire colleghi con lauree a Tirana (almeno sapessero parlare albanese). In questo si, veramente, vorrei prendessimo esempio dai colleghi anglosassoni, statunitensi, ma anche francesi, che sul loro biglietto da visita, insieme a master e specializzazioni, aggiungono la loro alma mater. Purtroppo, duole ammetterlo, la nostra professione è uno specchio ahimè fedele della più complessa situazione che viviamo e la facoltà di giurisprudenza è spesso un refugium peccatorum per chi non è stato ammesso ad altre facoltà e, aggiungiamo, la professione forense un ulteriore scappatoia per tutti coloro che non hanno avuto la sperata fortuna nei vari concorsi. Ed ecco che si arriva al paradosso di una professione in offerta speciale. Tutto sommato, e come non mi stanco di ripetere, cari Colleghi, ricordiamoci sempre che ha fornito della nostra categoria una migliore immagine di quella che abbiamo, il buon Azzeccagarbugli che, una volta rifiutato il caso che il povero Renzo gli presentava, non esitò a restituire il più magro compenso rappresentato dai capponi. Un esempio di deontologia da ricordare meglio, non solo alle giovani leve.

Gianni Dell'Aiuto*

Avvocato del Foro di Roma


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