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Ricadute sugli uffici e sul personale giudiziario della riforma

Paola Saraceni, Segretario Nazionale UGL Ministeri, avv. Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo Reboa, Reboa, Romolo, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLOLa parola a Paola Saraceni, Segretario nazionale UGL Ministeri.

 

Le modifiche apportate dalla riforma del processo civile a detta di molti determinerà un eccezionale aggravio per l’attività giudiziaria in generale ed è indubbio che senza risorse finanziarie, senza gli investimenti nella formazione e nell’innovazione informatica, senza gli incrementi nelle postazioni di lavoro del personale qualsiasi riforma, giusta o meno che sia sarà destinata a fallire. A tal proposito abbiamo interpellato Paola Saraceni, segretario nazionale UGL Ministeri.

Segretario, il 4 luglio scorso è divenuta legge la riforma del processo civile. Quali le ricadute sull’attività giudiziaria?

Qualsiasi riforma della giurisdizione non può prescindere dal personale giudiziario ed è più che mai necessaria una politica che sappia programmare i suoi bisogni quantitativi e qualitativi; che lo formi e lo motivi e ne curi il benessere.

Il personale giudiziario ridotto numericamente si ripartisce già un enorme carico di lavoro e la riforma del processo civile ne prospetta un ulteriore gravoso incremento, mentre è noto a tutti che il personale a supporto della giurisdizione è l’unico nel settore pubblico a non aver avuto la possibilità di un processo di riqualificazione nonostante fosse previsto dal CCNLdel 5 aprile 2000. Proprio in questi giorni, durante lo sciopero ci siamo recati negli uffici giudiziari e abbiamo constatato che la situazione ormai è collassata: uffici deserti, mucchi di fascicoli abbandonati in ogni angolo dei corridoi e via dicendo.

Le carenze di strutture, di personale, di mezzi e soprattutto di risorse finanziarie dimostrano una complessiva disattenzione rispetto agli aspetti organizzativi, che rappresentano l’aspetto più importante affinché il sistema possa essere efficiente.

A gran voce viene richiesta la sospensione del contratto integrativo per il personale giudiziario. Quale l’alternativa?

Nessuna trattativa può andare avanti senza che al personale venga riconosciuto il diritto di progressione in carriera, bloccato dall’aprile 2000. Da oltre 10 anni il Personale degli Uffici Giudiziari aspetta di essere riqualificato al pari dei colleghi di tutti gli altri ministeri. Per questo motivo, chiediamo di sospendere la trattativa sul Contratto Integrativo e di procedere, per Legge, alla ricollocazione di tutto il personale giudiziario, nella posizione economica e giuridica immediatamente superiore, per sanare una decennale ingiustizia!

Infine, Segretario, il 10 luglio u.s. è stato siglato il “Patto per la giustizia e per i cittadini”. Cosa ne pensa?

Il “patto per la giustizia” nelle intenzioni va sicuramente bene. Resta però il fatto che per i lavoratori non cambia nulla. “ L'esempio lampante è quanto annunciato dal sottosegretario Caliendo nel corso di incontro con i sindacati, secondo il quale per la riqualificazione del personale giudiziario servono 40 milioni di euro. Se poi alla mancata riqualificazione di cancellieri, ufficiali giudiziari, ausiliari e contabili aggiungiamo che con la riforma del processo civile e con la legge sulla sicurezza, altre competenze stanno per piovere sulla testa dei dipendenti giudiziari, tra l'altro già in grave sottorganico, allora ecco spiegato perché secondo la Ugl Ministeri le riforme a costo zero sono inattuabili se si vuole per la giustizia italiana un reale un cambio di rotta.

 

Carmen Langellotto